Slideshow 侍- SakurAlberico - 侍 : giugno 2011

martedì 21 giugno 2011

Cantico dei Cantici

Cantico dei Cantici - Capitolo 1

TITOLO E PROLOGO

[1]Cantico dei cantici, che è di Salomone.

La sposa

[2]Mi baci con i baci della sua bocca!
Sì, le tue tenerezze sono più dolci del vino.
[3]Per la fragranza sono inebrianti i tuoi profumi,
profumo olezzante è il tuo nome,
per questo le giovinette ti amano.
[4]Attirami dietro a te, corriamo!
M'introduca il re nelle sue stanze:
gioiremo e ci rallegreremo per te,
ricorderemo le tue tenerezze più del vino.
A ragione ti amano!

PRIMO POEMA

La sposa

[5]Bruna sono ma bella,
o figlie di Gerusalemme,
come le tende di Kedar,
come i padiglioni di Salma.
[6]Non state a guardare che sono bruna,
poiché mi ha abbronzato il sole.
I figli di mia madre si sono sdegnati con me:
mi hanno messo a guardia delle vigne;
la mia vigna, la mia, non l'ho custodita.
[7]Dimmi, o amore dell'anima mia,
dove vai a pascolare il gregge,
dove lo fai riposare al meriggio,
perché io non sia come vagabonda
dietro i greggi dei tuoi compagni.

Il coro

[8]Se non lo sai, o bellissima tra le donne,
segui le orme del gregge
e mena a pascolare le tue caprette
presso le dimore dei pastori.

Lo sposo

[9]Alla cavalla del cocchio del faraone
io ti assomiglio, amica mia.
[10]Belle sono le tue guance fra i pendenti,
il tuo collo fra i vezzi di perle.
[11]Faremo per te pendenti d'oro,
con grani d'argento.

Duetto

[12]Mentre il re è nel suo recinto,
il mio nardo spande il suo profumo.
[13]Il mio diletto è per me un sacchetto di mirra,
riposa sul mio petto.
[14]Il mio diletto è per me un grappolo di cipro
nelle vigne di Engàddi.
[15]Come sei bella, amica mia, come sei bella!
I tuoi occhi sono colombe.
[16]Come sei bello, mio diletto, quanto grazioso!
Anche il nostro letto è verdeggiante.
[17]Le travi della nostra casa sono i cedri,
nostro soffitto sono i cipressi.Cantico dei Cantici - Capitolo 2
[1]Io sono un narciso di Saron,
un giglio delle valli.
[2]Come un giglio fra i cardi,
così la mia amata tra le fanciulle.
[3]Come un melo tra gli alberi del bosco,
il mio diletto fra i giovani.
Alla sua ombra, cui anelavo, mi siedo
e dolce è il suo frutto al mio palato.
[4]Mi ha introdotto nella cella del vino
e il suo vessillo su di me è amore.
[5]Sostenetemi con focacce d'uva passa,
rinfrancatemi con pomi,
perché io sono malata d'amore.
[6]La sua sinistra è sotto il mio capo
e la sua destra mi abbraccia.
[7]Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme,
per le gazzelle o per le cerve dei campi:
non destate, non scuotete dal sonno l'amata,
finché essa non lo voglia.

SECONDO POEMA

La sposa

[8]Una voce! Il mio diletto!
Eccolo, viene
saltando per i monti,
balzando per le colline.
[9]Somiglia il mio diletto a un capriolo
o ad un cerbiatto.
Eccolo, egli sta
dietro il nostro muro;
guarda dalla finestra,
spia attraverso le inferriate.
[10]Ora parla il mio diletto e mi dice:
«Alzati, amica mia,
mia bella, e vieni!
[11]Perché, ecco, l'inverno è passato,
è cessata la pioggia, se n'è andata;
[12]i fiori sono apparsi nei campi,
il tempo del canto è tornato
e la voce della tortora ancora si fa sentire
nella nostra campagna.
[13]Il fico ha messo fuori i primi frutti
e le viti fiorite spandono fragranza.
Alzati, amica mia,
mia bella, e vieni!
[14]O mia colomba, che stai nelle fenditure della roccia,
nei nascondigli dei dirupi,
mostrami il tuo viso,
fammi sentire la tua voce,
perché la tua voce è soave,
il tuo viso è leggiadro».
[15]Prendeteci le volpi,
le volpi piccoline
che guastano le vigne,
perché le nostre vigne sono in fiore.
[16]Il mio diletto è per me e io per lui.
Egli pascola il gregge fra i figli.
[17]Prima che spiri la brezza del giorno
e si allunghino le ombre,
ritorna, o mio diletto,
somigliante alla gazzella
o al cerbiatto,
sopra i monti degli aromi.Cantico dei Cantici - Capitolo 3
[1]Sul mio letto, lungo la notte, ho cercato
l'amato del mio cuore;
l'ho cercato, ma non l'ho trovato.
[2]«Mi alzerò e farò il giro della città;
per le strade e per le piazze;
voglio cercare l'amato del mio cuore».
L'ho cercato, ma non l'ho trovato.
[3]Mi hanno incontrato le guardie che fanno la ronda:
«Avete visto l'amato del mio cuore?».
[4]Da poco le avevo oltrepassate,
quando trovai l'amato del mio cuore.
Lo strinsi fortemente e non lo lascerò
finché non l'abbia condotto in casa di mia madre,
nella stanza della mia genitrice.

Lo sposo

[5]Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme,
per le gazzelle e per le cerve dei campi:
non destate, non scuotete dal sonno l'amata
finché essa non lo voglia.

TERZO POEMA

Il poeta

[6]Che cos'è che sale dal deserto
come una colonna di fumo,
esalando profumo di mirra e d'incenso
e d'ogni polvere aromatica?
[7]Ecco, la lettiga di Salomone:
sessanta prodi le stanno intorno,
tra i più valorosi d'Israele.
[8]Tutti sanno maneggiare la spada,
sono esperti nella guerra;
ognuno porta la spada al fianco
contro i pericoli della notte.
[9]Un baldacchino s'è fatto il re Salomone,
con legno del Libano.
[10]Le sue colonne le ha fatte d'argento,
d'oro la sua spalliera;
il suo seggio di porpora,
il centro è un ricamo d'amore
delle fanciulle di Gerusalemme.
[11]Uscite figlie di Sion,
guardate il re Salomone
con la corona che gli pose sua madre,
nel giorno delle sue nozze,
nel giorno della gioia del suo cuore.Cantico dei Cantici - Capitolo 4

Lo sposo

[1]Come sei bella, amica mia, come sei bella!
Gli occhi tuoi sono colombe,
dietro il tuo velo.
Le tue chiome sono un gregge di capre,
che scendono dalle pendici del Gàlaad.
[2]I tuoi denti come un gregge di pecore tosate,
che risalgono dal bagno;
tutte procedono appaiate,
e nessuna è senza compagna.
[3]Come un nastro di porpora le tue labbra
e la tua bocca è soffusa di grazia;
come spicchio di melagrana la tua gota
attraverso il tuo velo.
[4]Come la torre di Davide il tuo collo,
costruita a guisa di fortezza.
Mille scudi vi sono appesi,
tutte armature di prodi.
[5]I tuoi seni sono come due cerbiatti,
gemelli di una gazzella,
che pascolano fra i gigli.
[6]Prima che spiri la brezza del giorno
e si allunghino le ombre,
me ne andrò al monte della mirra
e alla collina dell'incenso.
[7]Tutta bella tu sei, amica mia,
in te nessuna macchia.
[8]Vieni con me dal Libano, o sposa,
con me dal Libano, vieni!
Osserva dalla cima dell'Amana,
dalla cima del Senìr e dell'Ermon,
dalle tane dei leoni,
dai monti dei leopardi.
[9]Tu mi hai rapito il cuore,
sorella mia, sposa,
tu mi hai rapito il cuore
con un solo tuo sguardo,
con una perla sola della tua collana!
[10]Quanto sono soavi le tue carezze,
sorella mia, sposa,
quanto più deliziose del vino le tue carezze.
L'odore dei tuoi profumi sorpassa tutti gli aromi.
[11]Le tue labbra stillano miele vergine, o sposa,
c'è miele e latte sotto la tua lingua
e il profumo delle tue vesti è come il profumo del Libano.
[12]Giardino chiuso tu sei,
sorella mia, sposa,
giardino chiuso, fontana sigillata.
[13]I tuoi germogli sono un giardino di melagrane,
con i frutti più squisiti,
alberi di cipro con nardo,
[14]nardo e zafferano, cannella e cinnamòmo
con ogni specie d'alberi da incenso;
mirra e aloe
con tutti i migliori aromi.
[15]Fontana che irrora i giardini,
pozzo d'acque vive
e ruscelli sgorganti dal Libano.

La sposa

[16]Lèvati, aquilone, e tu, austro, vieni,
soffia nel mio giardino
si effondano i suoi aromi.
Venga il mio diletto nel suo giardino
e ne mangi i frutti squisiti.Cantico dei Cantici - Capitolo 5

Lo sposo

[1]Son venuto nel mio giardino, sorella mia, sposa,
e raccolgo la mia mirra e il mio balsamo;
mangio il mio favo e il mio miele,
bevo il mio vino e il mio latte.
Mangiate, amici, bevete;
inebriatevi, o cari.

QUARTO POEMA

La sposa

[2]Io dormo, ma il mio cuore veglia.
Un rumore! E' il mio diletto che bussa:
«Aprimi, sorella mia,
mia amica, mia colomba, perfetta mia;
perché il mio capo è bagnato di rugiada,
i miei riccioli di gocce notturne».
[3]«Mi sono tolta la veste;
come indossarla ancora?
Mi sono lavata i piedi;
come ancora sporcarli?».
[4]Il mio diletto ha messo la mano nello spiraglio
e un fremito mi ha sconvolta.
[5]Mi sono alzata per aprire al mio diletto
e le mie mani stillavano mirra,
fluiva mirra dalle mie dita
sulla maniglia del chiavistello.
[6]Ho aperto allora al mio diletto,
ma il mio diletto gia se n'era andato, era scomparso.
Io venni meno, per la sua scomparsa.
L'ho cercato, ma non l'ho trovato,
l'ho chiamato, ma non m'ha risposto.[7]Mi han trovato le guardie che perlustrano la città;
mi han percosso, mi hanno ferito,
mi han tolto il mantello
le guardie delle mura.
[8]Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme,
se trovate il mio diletto,
che cosa gli racconterete?
Che sono malata d'amore!

Il coro

[9]Che ha il tuo diletto di diverso da un altro,
o tu, la più bella fra le donne?
Che ha il tuo diletto di diverso da un altro,
perché così ci scongiuri?

La sposa

[10]Il mio diletto è bianco e vermiglio,
riconoscibile fra mille e mille.
[11]Il suo capo è oro, oro puro,
i suoi riccioli grappoli di palma,
neri come il corvo.
[12]I suoi occhi, come colombe
su ruscelli di acqua;
i suoi denti bagnati nel latte,
posti in un castone.
[13]Le sue guance, come aiuole di balsamo,
aiuole di erbe profumate;
le sue labbra sono gigli,
che stillano fluida mirra.
[14]Le sue mani sono anelli d'oro,
incastonati di gemme di Tarsis.
Il suo petto è tutto d'avorio,
tempestato di zaffiri.
[15]Le sue gambe, colonne di alabastro,
posate su basi d'oro puro.
Il suo aspetto è quello del Libano,
magnifico come i cedri.
[16]Dolcezza è il suo palato;
egli è tutto delizie!
Questo è il mio diletto, questo è il mio amico,
o figlie di Gerusalemme.Cantico dei Cantici - Capitolo 6

Il coro

[1]Dov'è andato il tuo diletto,
o bella fra le donne?
Dove si è recato il tuo diletto,
perché noi lo possiamo cercare con te?

La sposa

[2]Il mio diletto era sceso nel suo giardino
fra le aiuole del balsamo
a pascolare il gregge nei giardini
e a cogliere gigli.
[3]Io sono per il mio diletto e il mio diletto è per me;
egli pascola il gregge tra i gigli.

QUINTO POEMA

Lo sposo

[4]Tu sei bella, amica mia, come Tirza,
leggiadra come Gerusalemme,
terribile come schiere a vessilli spiegati.
[5]Distogli da me i tuoi occhi:
il loro sguardo mi turba.
Le tue chiome sono come un gregge di capre
che scendono dal Gàlaad.
[6]I tuoi denti come un gregge di pecore
che risalgono dal bagno.
Tutte procedono appaiate
e nessuna è senza compagna.
[7]Come spicchio di melagrana la tua gota,
attraverso il tuo velo.
[8]Sessanta sono le regine,
ottanta le altre spose,
le fanciulle senza numero.
[9]Ma unica è la mia colomba la mia perfetta,
ella è l'unica di sua madre,
la preferita della sua genitrice.
L'hanno vista le giovani e l'hanno detta beata,
le regine e le altre spose ne hanno intessuto le lodi.
[10]«Chi è costei che sorge come l'aurora,
bella come la luna, fulgida come il sole,
terribile come schiere a vessilli spiegati?».
[11]Nel giardino dei noci io sono sceso,
per vedere il verdeggiare della valle,
per vedere se la vite metteva germogli,
se fiorivano i melograni.
[12]Non lo so, ma il mio desiderio mi ha posto
sui carri di Ammi-nadìb.Cantico dei Cantici - Capitolo 7

Il coro

[1]«Volgiti, volgiti, Sulammita,
volgiti, volgiti: vogliamo ammirarti».
«Che ammirate nella Sulammita
durante la danza a due schiere?».

Lo sposo

[2]«Come son belli i tuoi piedi
nei sandali, figlia di principe!
Le curve dei tuoi fianchi sono come monili,
opera di mani d'artista.
[3]Il tuo ombelico è una coppa rotonda
che non manca mai di vino drogato.
Il tuo ventre è un mucchio di grano,
circondato da gigli.
[4]I tuoi seni come due cerbiatti,
gemelli di gazzella.
[5]Il tuo collo come una torre d'avorio;
i tuoi occhi sono come i laghetti di Chesbòn,
presso la porta di Bat-Rabbìm;
il tuo naso come la torre del Libano
che fa la guardia verso Damasco.
[6]Il tuo capo si erge su di te come il Carmelo
e la chioma del tuo capo è come la porpora;
un re è stato preso dalle tue trecce».
[7]Quanto sei bella e quanto sei graziosa,
o amore, figlia di delizie!
[8]La tua statura rassomiglia a una palma
e i tuoi seni ai grappoli.
[9]Ho detto: «Salirò sulla palma,
coglierò i grappoli di datteri;
mi siano i tuoi seni come grappoli d'uva
e il profumo del tuo respiro come di pomi».

La sposa

[10]«Il tuo palato è come vino squisito,
che scorre dritto verso il mio diletto
e fluisce sulle labbra e sui denti!
[11]Io sono per il mio diletto
e la sua brama è verso di me.
[12]Vieni, mio diletto, andiamo nei campi,
passiamo la notte nei villaggi.
[13]Di buon mattino andremo alle vigne;
vedremo se mette gemme la vite,
se sbocciano i fiori,
se fioriscono i melograni:
là ti darò le mie carezze!
[14]Le mandragore mandano profumo;
alle nostre porte c'è ogni specie di frutti squisiti,
freschi e secchi;
mio diletto, li ho serbati per te».Cantico dei Cantici - Capitolo 8
[1]Oh se tu fossi un mio fratello,
allattato al seno di mia madre!
Trovandoti fuori ti potrei baciare
e nessuno potrebbe disprezzarmi.
[2]Ti condurrei, ti introdurrei nella casa di mia madre;
m'insegneresti l'arte dell'amore.
Ti farei bere vino aromatico,
del succo del mio melograno.
[3]La sua sinistra è sotto il mio capo
e la sua destra mi abbraccia.

Lo sposo

[4]Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme,
non destate, non scuotete dal sonno l'amata,
finché non lo voglia.

EPILOGO

[5]Chi è colei che sale dal deserto,
appoggiata al suo diletto?
Sotto il melo ti ho svegliata;
là, dove ti concepì tua madre,
là, dove la tua genitrice ti partorì.

La sposa

[6]Mettimi come sigillo sul tuo cuore,
come sigillo sul tuo braccio;
perché forte come la morte è l'amore,
tenace come gli inferi è la passione:
le sue vampe son vampe di fuoco,
una fiamma del Signore!
[7]Le grandi acque non possono spegnere l'amore
né i fiumi travolgerlo.
Se uno desse tutte le ricchezze della sua casa
in cambio dell'amore, non ne avrebbe che dispregio.

APPENDICI

Due epigrammi

[8]Una sorella piccola abbiamo,
e ancora non ha seni.
Che faremo per la nostra sorella,
nel giorno in cui se ne parlerà?
[9]Se fosse un muro,
le costruiremmo sopra un recinto d'argento;
se fosse una porta,
la rafforzeremmo con tavole di cedro.
[10]Io sono un muro
e i miei seni sono come torri!
Così sono ai suoi occhi
come colei che ha trovato pace!
[11]Una vigna aveva Salomone in Baal-Hamòn;
egli affidò la vigna ai custodi;
ciascuno gli doveva portare come suo frutto
mille sicli d'argento.
[12]La vigna mia, proprio mia, mi sta davanti:
a te, Salomone, i mille sicli
e duecento per i custodi del suo frutto!

Ultime aggiunte

[13]Tu che abiti nei giardini
- i compagni stanno in ascolto -
fammi sentire la tua voce.
[14]«Fuggi, mio diletto,
simile a gazzella
o ad un cerbiatto,
sopra i monti degli aromi!».

Kill Bill Vol 1Trama



Kill Bill Vol 1Trama

[modifica]

Una «sposa» (Uma Thurman) insanguinata: i passi di un uomo dentro una cappella. Un dialogo da gelo iniziale, poi uno sparo: Bill (David Carradine) ha ucciso la «Sposa».

[modifica]Capitolo 1: 2

È una fresca mattinata nella città di Pasadena, in California. Una misteriosa donna bionda attacca una bella donna nera: si tratta di Vernita Green (Vivica A. Fox), una delle committenti del massacro di Two Pines, nel quale vennero massacrati una sposa, uno sposo, la figlia nel grembo della sposa e gli invitati al matrimonio. In breve, la Sposa e Vernita cominciano a lottare con le armi più disparate: coltelli, vasi e pezzi di legno. Ma, tutto d'un tratto, le due donne si fermano. Vernita ha appena visto l'autobus di sua figlia Nikki arrivare di fronte casa. Vernita supplica la Sposa affinché abbia compassione e non la uccida dinanzi la figlia. La Sposa accetta la supplica; Vernita invece, le offre la possibilità di scontrarsi con lei in un piccolo campo di baseball. La Sposa acconsente. Qualche istante dopo, Vernita - andando contro ciò che si erano dette - afferra una scatola di cereali, nella quale è nascosta subdolamente una pistola e spara a bruciapelo, mancando il tiro. Rapidamente la Sposa lancia un coltello alla donna, uccidendola.
La piccola Nikki assiste allibita alla scena: la Sposa le dice che non avrebbe mai voluto uccidere Vernita davanti alla figlioletta, ma la scorrettezza dell'altra lo ha reso inevitabile.."Se quando sarai grande ti brucerà ancora e vorrai vendicarti, io sarò lì ad aspettarti". Molto freddamente, la donna esce di casa e si dirige verso la sua terza vittima.

[modifica]Capitolo 2: La Sposa imbrattata di sangue

Flashback: 4 anni e 6 mesi prima
Il giorno del massacro, lo sceriffo Earl McGraw (Michael Parks) si dirige verso il luogo dell'accaduto, chiamato dal suo «figlio numero 1» (James Parks). Giunto nel luogo della strage, McGraw asserisce che si tratta di un lavoro da professionisti e che solo una mente folle può avere ordito quella carneficina. In lui c'è quasi un'ammirazione malcelata per la precisione del lavoro dei killer.
Avvicinatosi al corpo della Sposa, Earl constata che deve essere stato davvero un «cane rabbioso» a uccidere una «ragazza così carina». Pochi attimi dopo, la Sposa sputa in faccia allo sceriffo, che in questo caso la appella in modo molto meno aulico: "Questa pertica succhiacazzi è ancora viva" evidentemente la donna è solo andata in coma. La sua natura reattiva le fa conservare, anche in stato comatoso, questo grottesco riflesso motorio. Il figlio inoltre dice al padre che la donna si chiama Arlene Machiavelli, ma i poliziotti hanno già scoperto che il nome è un falso: per questo la donna verrà chiamata «la Sposa».
La Sposa viene portata in ospedale, dove qualche giorno dopo, su ordine di Bill, Elle Driver (Daryl Hannah), una delle vipere mortali, arriva per uccidere la sua acerrima nemica - tramite iniezione letale. Ma Bill, resosi conto che ucciderla nel suo letto d'ospedale e in quello stato sarebbe un atto che non farebbe onore a loro stessi per primi, ferma Elle, che si infuria a morte pensando che Bill provi ancora qualcosa per la donna in coma. Le promette che, se la sposa si sveglierà, le faranno altre terribili cose.
4 anni dopo
La Sposa si sveglia nel suo letto d'ospedale grazie a una puntura di zanzara, proprio quando l'infermiere Buck (Michael Bowen) sta per farla stuprare da un camionista. Nei quattro anni di coma, Buck ha guadagnato una bella somma di denaro facendo avere rapporti sessuali a pagamento con la Sposa in coma.
(EN)
« My name is Buck and I'm here to FUCK... »
(IT)
« Il mio nome è Buck e sono qui per fottere... »
(Kill Bill vol. 1)
Mentre il camionista sta per baciare la Sposa, questa, svegliatasi, gli azzanna la lingua per poi sgozzarlo coi propri denti. Si alza dunque dal letto, cadendo però per terra per via della mancata riabilitazione fisica. Nonostante questo, riesce ad uccidere Buck (credeva che lavorasse per Bill), spappolandogli la testa in una porta metallica. La donna raccoglie allora le chiavi dell'auto di Buck, la «Pussy Wagon». Dentro l'auto, la Sposa comincia la sua riabilitazione motoria grazie ad una tecnica molto orientale di concentrazione, iniziando così: "Avanti muovi l'alluce"...diverse ore più tardi, la Sposa è di nuovo in grado di camminare.

[modifica]Capitolo 3: Le origini di O-Ren

Per spiegare con chi la Sposa sta per andare a regolare i conti, viene raccontata (in animazione anziché in filmato) la tremenda e traumatica infanzia di O-Ren Ishii.
O-Ren è una nippo-cinese-americana che visse a Tokyo come una comune bambina solo sino all'età di 9 anni. A quell'età, la piccola fanciulla ebbe la sua prima esperienza con la morte: lo spietato boss Matsumoto uccise prima suo padre e poi sua madre. O-Ren giurò vendetta su quegli uomini che l'avevano condannata a un'infanzia da orfana. Fortuna - o sfortuna - volle che il boss Matsumoto fosse un pedofilo e che quindi O-Ren, che era una bambina, vi si potesse avvicinare con estrema facilità. La ragazzina, entrata nella camera del boss, lo uccise con un colpo di katana. Anche le sue due guardie del corpo perirono sotto il fuoco di O-Ren. Quando uccise Matsumoto, O-Ren gli chiese se si ricordasse di lei:
«  Guardami, Matsumoto... Non ti sembro familiare? Non ti ricordo qualcuno che hai ucciso? »
A 20 anni, O-Ren Ishii era una delle killer più temerarie e spietate al mondo: in questo clima, O-Ren viene notata da Bill, che la assolda per entrare nella D.V.A.S. e la fa partecipare al massacro ai Due Pini.
Terminata la prima parte della storia (continua nel quinto capitolo), la Sposa riesce finalmente a muovere l'alluce. Tredici ore dopo sale sulla macchina diretta all'aeroporto e compra un biglietto aereo per Okinawa.

[modifica]Capitolo 4: L'uomo di Okinawa

Dopo essersi ripresa dal coma, la Sposa si dirige a Okinawa, in Giappone, dimora del leggendario Hattori Hanzō, forgiatore delle spade più affilate del mondo, tra cui quella di Budd e quella di suo fratello Bill. La Sposa giunge dapprima sotto le mentite spoglie di una turista, ma ben presto il dialogo tra i due giunge al dunque. La Sposa richiede che Hanzō le costruisca una spada, che le servirà per uccidere Bill. Facendo il nome di quest'ultimo, l'uomo si rende conto della gravità della situazione: è stato lui il maestro di Bill e ne sente tutta la responsabilità, ben sapendo che l'allievo è diventato uno dei più terribili assassini al mondo. Infrange allora il giuramento che 28 anni prima, dinanzi a Dio stesso aveva fatto, e forgia una spada, una cosa che uccide. Tra il rimorso, il rancore e la gloria, Hanzō dona alla Sposa la migliore delle sue armi. Nel mese di tempo intercorso tra l'arrivo della Sposa e la forgiatura della spada, la donna si è allenata per sconfiggere O-Ren, la numero 1della sua Death List Five.

[modifica]Capitolo 5: Resa dei Conti alla Casa delle Foglie Blu

Quattro anni dopo il massacro di Two Pines O-Ren sale al potere della Yakuza di Tokyo, insieme al suo entourage, capeggiato da Sofie FataleJohnny Mo, la folle Gogo e gli 88 folli. Contrario alla salita al potere di questa entourage è il boss Tanaka, che vede in O-Ren il simbolo della decadenza del clan che i loro padri da secoli onoravano. O-Ren ripaga l'affermazione di Tanaka decapitandolo e usando questo avvenimento come monito a tutti gli altri che oseranno intralciarla ribadendo le sue origini non puramente nipponiche.
La Sposa si dirige dunque a Tokyo, dove intende sfidare l'intero esercito di O-Ren, gli 88 folli. Procuratasi una motocicletta, la donna si dirige alla Casa delle Foglie Blu, scortando Sofie Fatale, incontrata quest'ultima ad un semaforo. Al locale, O-Ren e il suo gruppo sono molto temuti dai proprietari, ma in breve diviene molto più temuta la Sposa. La donna infatti, usando Sofie Fatale come ostaggio, fa uscire allo scoperto O-Ren, Gogo e le sue guardie del corpo più fidate. Dopo pochi minuti di combattimento, la Sposa ha già ucciso le guardie del corpo. Gogo assale la Sposa a colpi di catena con una mazza ferrata all'estremità e quando sembra che Gogo stia per ucciderla, la Sposa afferra un pezzo di legno con due chiodi sporgenti e lo conficca nel piede di Gogo e poi nella sua tempia provocandole una fuoriuscita di sangue dagli occhi e uccidendola. Ma i guai non tardano ad arrivare: Johnny Mo, luogotenente degli 88 folli giunge presto al locale, dove la maggior parte dei suoi uomini viene o uccisa o mutilata (l'unico che si salva è un ragazzo che è particolarmente inesperto e che la Sposa lascia fuggire, dopo averlo sculacciato a colpi di spada rimproverandolo per essere entrato nella Yakuza) Johnny Mo stesso muore, quando la Sposa gli taglia le gambe e lui cade nella piscina del locale, annegando. La Sposa passa quindi a combattere contro O-Ren.
Nel giardino d'inverno personale di O-Ren, le due donne danno vita a un combattimento senza eguali: la Sposa, dapprima in difficoltà, finisce per tagliare lo scalpo a O-Ren, scoperchiandole il cervello e mostrando che la sua era realmente una spada di Hanzō. O-Ren rimane allibita, ma muore con onore.
La Sposa prende poi l'auto di Sophie e lascia questa dinanzi ad un ospedale, ricordandole che le uniche due ragioni per cui la sta lasciando in vita sono queste:
  • vuole sapere tutto ciò che lei sa sugli altri membri della D.V.A.S..
  • vuole che Sophie racconti a Bill tutto ciò che lei ha compiuto dentro la Casa delle Foglie Blu, compreso quante persone ha ucciso, come combatte e che ha una spada di Hanzō. E vuole che lui veda nel corpo mutilato della donna "la grandezza della sua misericordia".
Sofie viene lasciata, mutilata, di fronte l'ospedale di Tokyo. Qualche giorno dopo, quando Bill la va a trovare, la donna le racconta tutto ciò che la Sposa gli ha chiesto di raccontare.
In aereo, la Sposa scrive la lista delle persone che ha già ucciso, ovvero O-Ren Ishi, e che deve uccidere, ovvero le ultime quattro (l'uccisione di Vernita Green avviene infatti successivamente rispetto ai fatti svolti in Giappone, nonostante nel film siano fatti presentati in precedenza; la ragione sta nel fatto che Beatrix riesce prima ad individuare O-Ren grazie alla sua notorietà e solo successivamente gli altri, grazie alla 'testimonianza' di Sophie):
  1. O-Ren Ishii aka Cottonmouth
  2. Vernita Green aka Copperhead
  3. Budd aka Sidewinder
  4. Elle Driver aka California Mountain Snake
  5. Bill
Bill, alla fine del film, chiede una cosa a Sofie:
« Ah, e un'ultima cosa Sofie: lei sa che sua figlia è ancora viva? »







 
Kill Bill Vol .2 

Trama

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Quattro anni prima Bill e la sua D.V.A.S. compirono un massacro nella cappella nuziale dei Due Pini, durante il quale hanno quasi ucciso la Sposa (Uma Thurman) picchiandola e sparandole in testa.
Quattro anni dopo il massacro, la letale Sposa ha ucciso quattro dei membri della sua Death List Five: tre in maniera diretta, uno indiretta. In auto, la Sposa si sta ora dirigendo verso la sua ultima vittima, il crudele Bill.

[modifica]Capitolo 6: Massacro ai Due Pini

« Quella donna merita la sua vendetta...e noi, meritiamo di morire. »
(Budd in un dialogo con Bill)
Il massacro ai Due Pini, divenuto ormai leggenda, non si svolse - come la notizia invece diffuse - durante il matrimonio della Sposa, ma durante le prove della cerimonia. Il reverendo Harmony, la moglie del reverendo Harmony (Bo Svenson), Rufus l'organista (Samuel L. Jackson), le amiche della Sposa e Tommy, il giovane sposo, furono trucidati da un misterioso uomo senza volto: Bill, insieme alla squadra assassina di cui è a capo. Durante le prove, la Sposa, esce dalla Cappella perprendere una boccata d'aria. È infatti in evidente stato di gravidanza. Mentre si sta dirigendo fuori, percepisce il suono del flauto di Bill, apparendo commossa e incredula, quasi a chiedersi se stia sognando. L'incontro dei due fa scaturire uno dei dialoghi più belli del cinema tarantiniano. La donna lo presenta a Tommy come suo padre. Prima di iniziare le prove della cerimonia la Sposa bacia in modo doloroso e accorato Bill, dicendogli, ingenuamente e dolorosamente "Grazie", ignara della malafede dell'uomo. Sicura di esser stata compresa. Pochi istanti dopo, i membri della sua D.V.A.S. si fanno avanti, uccidendo tutti gli invitati e picchiando a sangue la sposa incinta. Bill le darà il colpo di grazia sparandole in testa. Il colpo è già partito quando la Sposa, esanime, non riesce a terminare la frase "Bill! È tua figlia...".
Uccisero nove invitati; quel giorno ne avrebbero dovuti uccidere dieci.
Quattro anni dopo quegli eventi, Bill (David Carradine), una volta saputo ciò che Sofiegli ha detto, corre ad avvertire suo fratello Budd (Michael Madsen). Bill invita Budd a dimenticare le vecchie divergenze tra loro due e di farsi aiutare nel catturare colei che - Bill teme - ucciderà Budd. Per far rendere conto Budd di cosa sta per arrivare, Bill gli dice che la donna si è fatta strada tra gli 88 folli, le guardie personali di O-Ren, che ha con sé una spada di Hanzō e che subito dopo O-Ren è passata a uccidereVernita. Budd rimane allibito dalla dichiarazione di Bill, eppure rifiuta il suo aiuto. Bill gli chiede - inoltre - che fine abbia fatto la sua spada di Hanzō. Budd gli dice che l'ha venduta per 250 dollari in un negozio di pegni.

[modifica]Capitolo 7: La tomba solitaria di Paula Schultz

Quella stessa sera, Budd va al lavoro: 4 anni dopo l'accaduto a El Paso, Budd è ridotto maluccio: è alcolista, lavora come buttafuori in uno strip-club della città e vive in un camper, umiliato dal capo e trattato da tutti come un perdente. Dopo gli screzi e l'allontanamento dal fratello Bill, egli è decisamente caduto in rovina.
Tornato a casa, capisce che c'è qualcosa che non va: troppo silenzio! Noncurante, entra nella sua "dimora". Accovacciata sotto il camper c'è la Sposa. La Sposa va per attaccare Budd, ma questi, con un fucile a doppia canna caricato a sale grosso, spara nel petto della donna, stordendola e facendola cadere per terra. Budd allora somministra un potente sonnifero alla ragazza, la disarma e raccoglie la sua spada. Con la spietatezza che solo i perdenti, i dolorosamente frustrati possono avere, Budd chiama Elle Driver per proporle in vendita la spada di Hanzō forgiata per la Sposa, a 1.000.000 di dollari. Elle accetta, ad una sola condizione: che la sposa venga uccisa soffrendo fino all'ultimo respiro.
Quella stessa sera, con l'aiuto di Ernie, un suo amico, Budd scava una fossa alla Sposa. Prima di seppellirla viva in una bara di legno, Budd la fa svegliare, cosicché possa soffrire come Elle ha richiesto. Budd chiude quindi la bara, lasciando la Sposa sepolta viva. Le concede però almeno una torcia, "meritata" per aver spezzato il cuore di suo fratello Bill.

[modifica]Capitolo 8: I crudeli insegnamenti di Pai Mei

Flashback: Anni prima, vediamo Bill e la Sposa nelle giungle del Vietnam alla ricerca del Loto Bianco, l'uomo più forte che esista al mondo. Compito dell'uomo doveva essere quello di istruire la Sposa alle più letali tecniche delle arti marziali. Pai Mei conosce addirittura la tecnica dell'esplosione del cuore con cinque colpi delle dita, racconta Bill, ma non l'ha mai insegnata a nessuno, nemmeno a lui.
Bill ammonisce la Sposa ad essere umile e diligente col vecchio: "Se Pai Mei non ti ucciderà, potrà solo renderti più forte".
Gli allenamenti estenuanti e gli insegnamenti di Pai Mei trovano riscontro perfetto nella Sposa, proprio in virtù della sua umiltà e voglia di apprendere, rivelandosi fondamentali. La ciotola di riso che Pai Mei scaglia per terra, vedendo che la donna non ha la forza di tenere in mano le bacchette perché troppo dolorante, corrisponde ad un severo rimprovero ma anche all'offerta del vecchio a mangiare il suo riso, rinunciando al proprio pasto. Ben presto, l'assonanza fra Pai Mei e la Sposa diventa sempre maggiore: impossibile non notare lo sguardo del maestro sull'allieva, sempre più soddisfatto, man mano che il tempo passa. Una delle prime impartizioni di Pai Mei, su cui la ragazza dovrà esercitarsi strenuamente, è come spaccare il legno con un semplice pugno da circa 10 centimetri di distanza, grazie alla costanza e alla forza di volontà. "Non è la tua mano che deve temere il legno ma il legno che deve temere la tua mano, altrimenti è come se ti arrendessi ancor prima di cominciare". Dopo questo lungo flash back, preceduto dal panico inconcludente per essere stata sepolta viva, la Sposa riesce a calmarsi, recupera una lama da barbiere dallo stivale, si libera le mani e, un pugno dopo l'altro, riesce ad uscire dalla bara, riemergendo dal terreno, salva. Le sue parole prima di sferrare il primo pugno al legno, sono: "Ecco Pai Mei, sono pronta".

[modifica]Capitolo 9: Elle e Io

Il giorno dopo, di buon mattino, Elle Driver giunge al camper di Budd, nel deserto della California. Dopo aver parlato del più e del meno, come pattuito, i due si scambiano i beni: Budd dà a Elle la spada di Hanzo sottratta alla Sposa, ed Elle dona a Budd la valigia con un milione di dollari. Ma c'è una sorpresa. Quando Budd va per prendere i soldi, un letale Black Mamba balza fuori dalla valigetta e lo morde nell'occhio sinistro, facendolo cadere a terra paralizzato e sanguinante. L'uomo si contorce tra dolori atroci per terra, mentre sadicamente Elle Driver gli annuncia quanto ci mette il veleno del serpente ad uccidere un uomo. Quando Elle pensa di aver finito con Budd telefona a Bill, cui comunica che il fratello era stato ucciso dalla Sposa, di averla però lei stessa fatta fuori e ne pronuncia, per la prima volta non coperto, il vero nome.
« Mettiamola in questo modo: se un giorno ti sentissi sentimentale, vai a Barstow, in California; quando sei arrivato lì, vai da un fioraio e compra un mazzo di fiori; raggiungi il cimitero di Huntington, cerca la lapide con il nome Paula Schultz e lasciali sulla tomba: ti troverai davanti al luogo in cui giace per sempre BEATRIX KIDDO. »
(Elle al telefono con Bill)
Quando apre la porta del camper, viene attaccata dalla donna.
Le due donne - due giganti amazzoni - ingaggiano un cruento combattimento in cui - come nel combattimento con Vernita Green - ogni strumento viene utilizzato per avere la meglio, finché entrambe non riescono a trovare una spada di Hanzo: Elle usa quella di Beatrix, Beatrix usa quella di Budd, in realtà invenduta. Evidentemente Budd sosteneva d'averla impegnata solo per dar dispiacere a Bill. Nella spada era infatti inciso "A mio fratello Budd, l'unico uomo che abbia mai amato. Bill.".
Beatrix domanda quindi che cosa abbia fatto Elle a Pai Mei perché questi le strappasse l'occhio: la donna risponde che lei aveva definito Pai Mei "...miserabile stupido vecchio...", e questi, in un allenamento le aveva strappato l'occhio destro. Per vendetta lei lo ha ucciso, avvelenando la sua zuppa di pesce. Beatrix, che teneva a Pai Mei, il suo grande Maestro, non può nascondere uno sguardo di dolore. Si infuria e, durante il duello corpo a corpo, strappa l'occhio sinistro di Elle. La donna cade a terra e strisciando si aggira cieca e furiosa per il camper, imprecando contro Beatrix che, in segno di disprezzo, calpesta il bulbo oculare appena strappato ad Elle, spiaccicandolo sul pavimento. Poi, recupera la sua spada e si dirige da Bill. Il Black Mamba, ancora nel camper, arretra con paura al passaggio di Beatrix e, forse, ucciderà Elle.

[modifica]Capitolo 10: Faccia a faccia

Per sapere dove abita Bill, Beatrix si reca da una delle figure paterne che Bill, in mancanza di un vero padre, ha collezionato: questi altri non è che un magnaccia ormai in pensione, Esteban Vihaio. Esteban le dice che Bill abita sulla strada per Salina, in una hacienda a Villa Quattro. Conclude dicendo: "Ti sto aiutando perché lui lo vorrebbe". Beatrix sorride: "No, non credo proprio", ed Esteban conclude: "E come farebbe, altrimenti, a rivederti?".
Beatrix si reca da Bill armata sia di katana che di pistola: qui l'attende una sconcertante sorpresa. Bill sta giocando con una piccola bambina, all'incirca di quattro anni, la piccola B.B.. La donna rimane allibita e commossa, impietrita, incredula. Inizia a giocare con la piccola, fingendo di non avercela con Bill. Dopo un memorabile discorso sulla vita e sulla morte e sui pesci rossi, Bill e Beatrix si incontrano di sotto, nell'ampio salone.
Ma prima che Beatrix faccia finire in un bagno di sangue quella storia di sanguinosa vendetta, Bill le somministra un siero, la Verità Indiscussa, molto più potente del Sodio Pentothal e, a quanto dice Bill, "la sua migliore invenzione o quantomeno la sua preferita", con un solo difetto, ovvero una ondata di euforia incontrollata. L'anziano uomo chiede a Beatrix se davvero aveva pensato che la sua vita con Tommy Plympton a El Paso potesse funzionare. Beatrix dice di no, ma quantomeno avrebbe avuto la bambina, evitandole una realtà che non voleva che sua figlia conoscesse mai. Secondo Bill, è nella natura di Beatrix essere un'assassina, e non può rinunciare a tale natura: l'uomo paragona la donna a Superman, l'unico personaggio che non indossa una maschera per diventare un supereroe (come ad esempio Peter Parker che si maschera da Uomo Ragno o Bruce Wayne che si maschera da Batman ), ma che, al contrario, veste i panni di Clark Kentcome "maschera" per fingersi un uomo qualunque. Subito dopo Beatrix spiega a Bill che era stato un episodio accaduto proprio pochi istanti dopo aver scoperto di essere incinta ad averla convinta ad abbandonare la sua vita da killer: Lisa Wang (la donna che doveva uccidere) l'aveva identificata e mandò a sua volta una killer per ucciderla. Sentendosi inerme per la prima volta in vita sua, decise di andarsene e abbandonare per sempre quel mondo fatto di violenza. "Ho dovuto scegliere e ho scelto lei". Evidentemente le teorie di Bill sulla natura di Beatrix erano piuttosto semplicistiche. In uno strano e rapido, quasi mimico scontro seduti al tavolo della veranda, Bill e Beatrix si affrontano e, colpo di scena, Beatrix applica in modo subitaneo la tecnica dell'esplosione del cuore con cinque colpi delle dita, tecnica che Pai Mei non insegnava mai a nessuno e che la stessa Beatrix non aveva mai detto a Bill di sapere. Sfiorando la mano di Bill, piangendo e sorridendo assieme, Beatrix lo vede alzarsi ed accasciarsi dopo cinque passi.

[modifica]Epilogo: Il mattino seguente

La mattina dopo, Beatrix e B.B., la giovane figlioletta, trovano un alloggio da qualche parte nel mondo. Mentre la bambina guarda i cartoni alla televisione, vediamo Beatrix in bagno, sdraiata sul pavimento: subito sembra piangere, notiamo però poi che la sua è una risata. Tarantino volutamente inscena quest'iniziale ambiguità, se all'inizio sembra che Beatrix sia triste per la morte di Bill, che sia delusa "per non aver più nemici da uccidere", si capisce poi che sta trasudando allegria e felicità, perché è pronta ad affrontare il lavoro ben più impegnativo di madre, senza alcuna preoccupazione e ringrazia il Cielo per questo. La si vede infatti raggiante uscire dal bagno e tornare dalla figlia che stava guardando i cartoni, e la abbraccia, con un'espressione ben diversa da quella che aveva la sera prima sul letto della bimba.
« La leonessa si è ricongiunta al suo cucciolo e tutto va bene nella giungla. »
(I titoli di coda)