Slideshow 侍- SakurAlberico - 侍 : William Wordsworth Lyrical Ballads VERSI SCRITTI ALCUNE MIGLIA SOPRA L’ABBAZIA DI TINTERN, RIVISITANDO LE SPONDE DEL (FIUME) WYE DURANTE UN’ESCURSIONE July 13, 1798

mercoledì 11 settembre 2013

William Wordsworth Lyrical Ballads VERSI SCRITTI ALCUNE MIGLIA SOPRA L’ABBAZIA DI TINTERN, RIVISITANDO LE SPONDE DEL (FIUME) WYE DURANTE UN’ESCURSIONE July 13, 1798

Cinque anni son passati; cinque estati, con la durata (lett. lunghezza)
Di cinque lunghi inverni! e di nuovo io odo
Queste acque, rotolando dalle loro sorgenti di montagna (montane)
Con un dolce mormorio dall’entroterra. – Una volta ancora (lett. di nuovo)
Osservo (vedo) queste ripide e alte scarpate,
Che in un selvaggio, isolato luogo imprimono (trasmettono)
Pensieri di una più profonda solitudine; e collegano 2
Il paesaggio con la quiete (tranquillità) del cielo.
Il giorno è giunto (lett. venuto) quando di nuovo riposo
Qui, sotto questo oscuro sicomoro, ed osservo
Questi terreni di casette di campagna, questi grappoli di frutteti,
Which, at this season, with their unripe fruits,
Che, in questa stagione, con i loro frutti acerbi,
Fra i boschi e le macchie si perdono,
Né, con il loro verde e semplice colore, contrastano
The wild green landscape. Once again I see
Con il paesaggio verde selvatico. Ancora una volta vedo
Queste siepi (di confine), appena siepi, piccole linee
Of sportive wood run wild; these pastoral farms,
Di rigoglioso bosco diventato selvatico; queste fattorie pastorali,
Green to the very door; and wreathes of smoke
Verdi fino alla propria porta; e ghirlande di fumo
Mandate su (che si innalzano), in silenzio, fra gli alberi,
With some uncertain notice, as might seem, 20
Con qualche incerto indizio, come potrebbe sembrare,
Di abitanti nomadi nei boschi senza case,
O di qualche grotta di eremita, dove accanto al suo fuoco (focolare)
L’eremita siede solo. 3
Sebbene assente da lungo tempo,
Queste forme di bellezza non sono state per me,
Come (lo) è un paesaggio all’occhio di un cieco:
Ma spesso, in solitarie stanze, ed in mezzo al frastuono
Di paesi e città, ho dovuto a loro,
In ore di stanchezza, dolci sensazioni,
Sentite nel sangue, e sentite lungo (nel) il cuore
E passando persino dentro la mia più pura mente
Con tranquillo ristoro: sentimenti pure
Di piacere dimenticato; tale, forse,
Come non può aver avuto nessuna influenza triviale
Su quella parte migliore della vita di un buon uomo;
Le sue piccole, innominate, dimenticate azioni
Di gentilezza e di amore. Né meno, penso,
To them I may have owed another gift,
A loro posso aver dovuto un altro dono, 4
Di aspetto più sublime; quel umore benedetto,
In cui il peso del mistero,
In cui il pesante e stanco peso
Di tutto questo intelligibile mondo
È alleggerito: quel sereno e benedetto umore,
In cui gli affetti delicatamente ci guidano,
Fino a che, l’alito di questa struttura corporea,
E persino il movimento del sangue umano
Quasi sospesi, siamo posti a dormire
Nel corpo, e diventiamo un’anima vivente:
Mentre con un occhio reso tranquillo dalla forza
Dell’armonia, e il profondo potere della gioia,
Comprendiamo (lett. vediamo dentro) la vita delle cose.


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